Pindaya e Kalaw | |
Il 24 marzo, era un lunedì di Pasqua, come al solito, con l'aereo di linea ci siamo trasferiti da Mandalay a Heho, un aeroporto che copre una vasta zona
turistica intorno, ma nel villaggio che porta lo stesso nome non c'è nulla di speciale. Ci trovavamo nello stato di Shan, uno dei stati che formano
l'Unione di Myanmar. Ci siamo diretti con la macchina verso nord ovest.
La prima sosta era in un mercato in una cittadina sulla strada verso Pindaya. Se vi interessano i prezzi, un pulcino, per esempio, costa 0,20 dollari. Uno dei prodotti più diffusi sulle bancarelle è zenzero che io adoro; provatelo con il cioccolato amaro – è fantastico. Per puro caso ci è capitato anche di essere presenti in una festa locale con la quale 20 bambine andavano a fare le monache per una settimana, ad "assaporare" la vita nel monastero. Ai partecipanti della festa è piaciuto molto vedere due turisti (non è un posto turistico e dei turisti se ne vedono pochi) e ci hanno trattato come dei re, offrendoci anche da mangiare. Visto che era un po' troppo presto di mattina, abbiamo gentilmente rifiutato. Grotta di Pindaya è una grande grotta naturale con oltre 8000 statue di Buddha di tutti i tipi, fatti in alabastro, lacca, mattoni ma anche in calcestruzzo. Molte hanno una targhetta con nome e nazionalità del donatore. All'interno della grotta c'è anche una piccolissima stanza per la meditazione. L'accesso è molto stretto e si può entrare soltanto a "4 zampe". Come quasi in tutti i posti dove bisogna fare tante scale per raggiungere la meta, c'è anche un ascensore che, come in altri posti, non funzionava per mancanza di energia elettrica. Molto vicino alla grotta, nel villaggio Pao, si trova un'officina dove si fabbricano dei tipici ombrelli shan. La stoffa, o forse meglio dire la carta, che utilizzano si produce dalla corteccia di un albero, e nella miscela si aggiungono anche i fiori. Dopo pranzo in un ristorante vicino all'officina, ci siamo diretti verso il nostro albergo a Kalaw. Durante il viaggio ha cominciato a piovere e appena dopo il nostro arrivo nell'albergo, la pioggia è diventata molto forte, ma dopo circa un'ora, appena ci siamo sistemati nel nostro bungalow, ha smesso di piovere e si è affacciato il sole regalandoci una vista molto suggestiva. Era l'unica pioggia che avevamo incontrato in questo viaggio. Il giorno successivo, era il 25, il nono giorno del tour, abbiamo visitato un vecchio albergo coloniale, famoso per un presunto spirito, come in ogni albergo inglese che si rispetta. Sempre a Kalaw, abbiamo visitato una chiesa cattolica dove per tanti anni ha vissuto un missionario Italiano, e abbiamo parlato con l'attuale prete. Accanto alla chiesa c'è anche un orfanotrofio che ospita circa 50 orfani. Finita la visita a Kalaw, siamo ripartiti per lago Inle. |
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